Il 10 gennaio era la ricorrenza della 161esima Festa della Marina Militare. L’ho vissuta in modo per me speciale, visitando l’incrociatore portaerei Giuseppe Garibaldi ormeggiato a Taranto, dal 1985 un’eccellenza italiana nel mondo, protagonista di centinaia di missioni in ogni angolo del pianeta.
Ero la prima non addetta ai lavori a salire a bordo dall’esplosione della pandemia, per le restrizioni imposte dalla necessità di limitare al massimo i rischi di diffusione dei contagi da Covid-19, ed è stato un grande onore poter ringraziare personalmente uomini e donne in divisa bianca, che ogni giorno rendono un servizio meritorio al nostro Paese, lontano dai riflettori e spesso anche dagli affetti più cari. Sono stata accolta dal Comandante Marcello Grivelli e dal personale tutto con una cortesia che ho particolarmente apprezzato e una professionalità encomiabile, e ho trascorso ore molto piacevoli tra spiegazioni tecniche particolarmente accurate, e testimonianze più intime di esperienze ed emozioni vissute, aneddoti divertenti e speranze da condividere. Un’ennesima conferma della qualità e dell’umanità, dello spirito di servizio per gli altri sentito come dovere e non sacrificio, che fanno sempre la differenza, in ogni ambito.
Ho ricevuto, al termine di questo affascinante e purtroppo breve – ma di un’intensità incredibile – viaggio nella storia, nella tecnologia, nella mentalità, nell’abnegazione di una comunità galleggiante che è una grande famiglia di migliaia di componenti, al di là dei gradi e dei ruoli, due regali che ho particolarmente gradito e che conserverò tra i ricordi più cari. Ringraziare pubblicamente è il minimo che possa fare, come persona, cittadina e rappresentante delle istituzioni.
“Buon vento e mare calmo”, sono davvero fiera e orgogliosa di tutti e tutte voi.